Lasciamo S. Antonio de Los Cobres ancora perseguitati dalla pioggia. La Ruta 40, nel tratto che porta a Cachi, è chiusa in più punti a causa di frane e smottamenti e siamo costretti a cambiare programma. Dobbiamo seguire la strada che porta a Salta, la città più importante di questa zona del paese, per poi proseguire per la ruta 68 fino a Cafajate, nostra tappa di oggi. Partiti da S. Antonio de Los Cobres l’altimetro sale ancora, siamo a più di 4300 metri sul livello del mare, immersi nella nebbia, in una strada piena di buche e guadi e ostruita da piccole frane
Nel Massif regna un silenzio abbastanza teso, che si scioglie quando iniziamo a scendere e la strada, prima impervia, si adagia nella valle del rio Rosario.
La pioggia è scesa d’intensità e per alcuni chilometri assistiamo, e contemporaneamente siamo protagonisti, di un curioso dialogo a tre, tra la strada, la ferrovia e il corso del fiume. Il cammino “sinuoso” (così ci avverte la segnaletica) della strada dialoga con quello impervio e precario della ferrovia e quello imponente del fiume, che scorre comodo su un letto enorme.
È così che, dopo circa due settimane passate “quassù”, ci lasciamo alle spalle l’atmosfera andina: colorata, povera, affascinante, a volte ostile.
La “terrazza del sudamerica” ci ha regalato il fascino delle sue ascese e le suggestioni delle sue spianate, le bellezze coloniali di Cusco e il caos del centro di La Paz, il silenzio del Lago Titicaca e l’emozione del Machu Picchu. Un atlante naturalistico e umano tutto racchiuso in pochi chilometri.
Per questo, nella discesa verso Salta e verso le colline argentine c’è un misto di dispiacere e di sollievo. Dispiacere per la velocità con cui abbiamo attraversato l’universo andino, sicuramente meritevole di un ritmo più pigro. Sollievo perché finalmente abbandoniamo i tornanti, il freddo e la pioggia e ci avviciniamo a un viaggiare più agevole, a un clima più mite, e ad atmosfere nuove.
La prima protagonista della nostra nuova fase del viaggio è la ruta 68. La ruta del vino. Da Salta fino a Cafayate: 150 chilometri di mais, tabacco e ovviamente vigneti. Domani la lasceremo per iniziare la nostra avventura più lunga: finalmente la Ruta 40.
il video e le foto della giornata
Daniele Tagliavia
Nessun commento:
Posta un commento