Prima di lasciare Buenos Aires abbiamo ancora qualche ora di tempo, così io e Ugo decidiamo di sfruttare le ultime ore nella capitale per un giro nei quartieri che non avevamo ancora avuto il tempo di visitare. Per la bellezza dei suoi scatti e per la conoscenza del Sudamerica in cui ha lavorato in molte occasioni Ugo è stato affettuosamente ribattezzato “il maestro”. Così lo eleggo a mio Cicerone per queste ultime ore a Buenos Aires.
La nostra prima tappa alla Boca, un tempo periferia oggi attrazione turistica, che ci si offre completamente deserta per via della festività del carnevale. «Si dice – mi racconta Ugo – che gli immigrati pugliesi stabilitisi qui nel 19esimo secolo, riciclassero la vernice usata per le barche per dipingere le facciate delle case». L’effetto è spiazzante: non c’è una facciata che non esploda di colore, e che non disegni un accostamento improbabile con quella accanto. E poi i balconi sono abitati da curiose statue di plastica, e in uno vengono addirittura affiancati Maradona, Evita e il presidente Peròn.
Un poliziotto ci avverte di stare attenti ai ladri che spesso prendono di mira i turisti così decidiamo di spostarci e di andare verso il cimitero monumentale della Recoleta, dove è ospitata la tomba di Evita. Il cimitero riposa su una collinetta piena di luce e di verde, e non si fa fatica a riconoscere la tomba di Evita, piena com’è di mazzi di fiori freschissimi. «Evita – mi dice Ugo mentre camminiamo lungo i viali del cimitero – è senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti della storia dell’Argentina. Nonostante la sua figura sia controversa dal punto di vista storico l’amore degli argentini verso di lei è ancora molto vivo».
Per il nostro giro ci resta ancora poco tempo, così prendiamo al volo un altro taxi che ci porta verso la piazzetta di San Telmo: il piccolo barrío che ha il sapore della Buenos Aires antica. «Vedi quel bar – mi dice Ugo indicandomi il bar Dorrego – lì sono passati tutti i più grandi tangueri della storia dell’Argentina, e ogni sabato mattina nel centro della piazza si esibiscono le migliori scuole di tango del Paese.
Purtroppo è già tempo di partire. Lasciamo Buenos Aires e partiamo diretti a General Villegas prima, e a San Rafael poi. Domani rientreremo sulla Ruta 40 per percorrerla tutta.
Fino alla fin del mundo.
le foto e il video della giornata
Daniele Tagliavia
Più della tomba di Evita io trovo molto emozionante un'altra nel cimitero di Recoleta. Il monumento funebre di una ragazzina morta mi sembra verso i 14 anni. Il padre le ha fatto fare una statua con il suo cane e una lunghissima dedica. Ogni volta che mi è capitato di andare al Cimitero, che è davanti a casa di mio padre, sono sempre passata a rivederla e ogni volta mi è caduta una lacrima per quel padre che amava così tanto la propria figlia.
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