La nostra carovana parte oggi molto presto diretta a Rio Grande. Lasciamo Rio Gallegos, la più grande città della Patagonia, senza troppi rimpianti: un centro urbano anonimo che di certo offre comodità e confort ma che lascia poco al godimento degli occhi. Almeno ai nostri, ancora pieni delle bellezze di El Calafate, del turchese del Lago Argentino su cui riposa, e delle meraviglie dei suoi dintorni. La tappa di oggi è breve, almeno in termini chilometrici, ma è complicata dall’attraversamento di una striscia di territorio cileno di circa 200 chilometri, che per noi significa 4 passaggi doganali. Qui a presidiare i confini ci sono piccole palazzine colorate in mezzo al nulla, che hanno l’insensato compito di tracciare una linea tra due territori assolutamente desolati e totalmente simili tra loro.
La nostra permanenza in territorio cileno dura lo spazio di poche ore ma fa in tempo a regalarci l’emozione dello stretto di Magellano: un miglio d’acqua, soltanto un miglio, che divide la Isla grande de Tierra del fuego dal resto della Patagonia e che è il momento più bello della nostra tappa. Qualche chilometro prima, la vista dell’Atlantico irrompe nel nostro orizzonte di pampa patagonica, animato prima soltanto da qualche piccolo gruppo di Guanacos. In questo spicchio di terra, l’Atlantico si insinua nella costa attraverso mille insenature e rivoli, sino ad arrivare vicinissimo a noi. Impossibile non pensare all’inizio del nostro viaggio, quando ammiravamo il pacifico dalle coste dell’Ecuador e del Perù: 50 giorni, svariate migliaia di chilometri, e 20 gradi “fa”.
Arrivando a San Gregorio tutti ci guardiamo intorno incuriositi: la strada va dritta dentro lo stretto, sembra che si immerga e che continui sott’acqua. Intorno non ci sono né moli, né banchine, nessun segno che indichi che lì, prima o poi, arriverà un traghetto a condurci dall’altro lato. Poi inevitabilmente il traghetto arriva e la nostra piccola traversata comincia, sospesa dentro una luce incredibile. L’orologio dice che sono le 14, ma potrebbe essere l’alba, o il tramonto. C’è un sottile velo di nuvole che ci nasconde il sole ma che si fa scappare, tutto intorno, dei bagliori di luce di mille colori diversi, da tutti gli orizzonti possibili.
”Bienvenido a terra del fuego” dice il cartello appena scesi dal traghetto. Ushuaia è ormai dietro l’angolo, domani il nostro viaggio arriverà alla sua destinazione finale e con i vincitori di Mission On The Road 20° consegneremo la Birra Moretti al ristorante Placeres Patagonicos. Poi sarà tempo di festeggiare.
Sembra impossibile essere arrivati sino a qui.
le foto e il video di oggi.
Daniele Tagliavia
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