Partesa On The Road 20°

Partesa On The Road 20
Partesa On The Road 20° è una consegna estrema: il viaggio con cui Partesa festeggia 20 anni di attività, all'insegna della sua mission: distribuire ovunque il meglio. Un equipaggio di 6 persone, a bordo di un Eurocargo e di un Massif Iveco, è partito da Milano il 18 gennaio. Attraversando l'Ecuador, il Perù, la Bolivia e l'Argentina raggiungerà Ushuaia il 25 marzo per effettuare La Grande Consegna di Birra Moretti. Sarà un viaggio indimenticabile. Seguitelo giorno dopo giorno, su queste pagine.

1 febbraio 2011

Partesa On The Road 20° a fianco della fondazione PUPI. Il racconto di Javier Zanetti


Javier Zanetti non ha bisogno di presentazioni. Da anni capitano e bandiera dell’Inter, in campo è uno dei migliori difensori di fascia che abbia mai giocato in Italia, esempio di professionalità, correttezza e lealtà. Fuori dal campo è un uomo sensibile, stimato da compagni e avversari, che lontano dalla ribalta ha deciso di dare una mano ai bambini del suo paese d’origine, l’Argentina. È cosi che insieme alla moglie Paula Zanetti ha dato vita nel 2001 a “PUPI”, una fondazione che si occupa di aiutare i bambini della periferia di Buenos Aires.


Una mission che Partesa ha deciso di sposare sostenendo “Lo sport ci rende uguali”, un progetto che vede nello sport, in particolare nel calcio uno strumento utile a favorire l'integrazione e l'aggregazione delle persone, in particolare per i bambini e adolescenti. «Io e mia moglie Paula – ci racconta il capitano dell’Inter – cullavamo l’idea da molti anni. Nel 2001, con la crisi durissima che ha colpito l’Argentina abbiamo deciso di farlo per davvero. Abbiamo preso a esempio I Bindum, di Giuseppe Bergomi e Franco Baresi, e la fondazione Gol de Lettra di Leonardo. L’idea era di creare uno spazio dove i bambini meno fortunati avessero le stesse opportunità di andare avanti e crearsi un futuro migliore».
Ormai siete attivi da 10 anni, com'è cresciuta la Fondazione in questo periodo?
«La Fondazione per fortuna cresce continuamente. Il nostro impegno di conseguenza è continuo. Abbiamo iniziato nel 2001 aiutando 23 bambini, oggi sono più di mille e abbiamo più di 15 progetti attivi».
Riuscite ad andare avanti soltanto con le vostre forze o ci sono delle istituzioni che vi appoggiano?
«In tutti questi anni di attività abbiamo creato molte alleanze che ci hanno permesso di realizzare i nostri progetti. Senza il coinvolgimento delle istituzioni il mondo della Fondazione non sarebbe possibile e forse non avrebbe neanche senso».
Ci sono stati momenti di crisi della fondazione?
«Diciamo che non ci sono momenti in cui ci si può rilassare. Mi domando sempre cosa fare per sostenere l'intero impegno, si fa molta fatica ma alla fine riusciamo sempre ad andare avanti».
Progetti per l’immediato futuro?
«Oggi stiamo costruendo una nuova sede che ci permetterà di ottimizzare le nostre proposte. Più di mille persone favoriscono e partecipano attivamente ai nostri progetti e verso di loro dobbiamo fare il massimo possibile, questo è l'impegno che ci si poniamo ogni giorno».
Alla fine della carriera da calciatore cosa cambierà nell'impegno verso la fondazione?
È tutto da vedere. Per adesso penso ai piani futuri per la Fondazione e mi impegno a portarlo avanti. I nostri progetti non si esauriscono quindi ci sarà sempre da fare!


Daniele Tagliavia





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