La prima impressione che ci regala il “nuovo mondo”, appena usciti dall’aerostazione di Guayaquil, è tutta fisica: tanto caldo, ma soprattutto tanta umidità. Il primo impatto é quasi soffocante per noi che abbiamo addosso felpe, sciarpe e giacche ma soprattutto 18 lunghissime ore di volo. Usciti dall’aeroporto ci avventuriamo nel traffico cittadino diretti all’albergo. È mattina presto, le strade sono piene, e Guayaquil si presenta subito come una città viva, quasi caotica: taxi e auto si affollano sulle strade in un flusso disordinato ma soprattutto rumoroso. Lo sport nazionale è il suono indiscriminato del clacson. I veri padroni del traffico sono gli autobus, coloratissimi e sempre pieni, che sfrecciano con porte e finestrini aperti per sopperire alla mancanza dell’aria condizionata.
Costeggiamo il fiume Guayas, sulle cui rive la città è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. Oggi è la capitale economica dell'Ecuador, una metropoli con più di 3 milioni di abitanti che ogni mattina attrae migliaia di pendolari dalle zone circostanti. La cosa che mi colpisce di più sono le case ai lati delle strade. Nonostante il caos che domina sulle carreggiate, gli abitanti che vivono lì intorno sembrano essere dentro un altro ritmo, nelle loro villette di uno o due piani ammassate l’una sull’altra, ma con tantissimo verde intorno. Ci bastano pochi minuti e siamo in hotel, nella zona più centrale della città: via il verde, via le villette. Restano il traffico e l’uso indiscriminato dei clacson.
Per Sandro, il nostro capospedizione, e per Ignazio, autista dell’Eurocargo, inizia l’odissea delle pratiche doganali, mentre a me, Ugo, Luca ed Ermes non resta che fare un giro nei dintorni dell’albergo. In zona troviamo la Cattedrale di Nostra Signora della Mercede (in foto), il monumento all’incontro tra i libertadores Simon Bolívar e José de San Martín e il Malecon: un paseo di tre chilometri disteso lungo una riva est del fiume Guayas.
Della Guayaquil “per turisti” resta poco altro e così la nostra prima giornata sudamericana scivola veloce. Non ci resta che aspettare il ritiro dei mezzi, probabilmente domani. Venerdì sarà tempo di iniziare a muoverci verso sudest, diretti in Perù. Finalmente on the Road.
Daniele Tagliavia
Mi sono per un attimo sentito a Guayaquil insieme a tutto l'equipaggio. In grosso in bocca al lupo a tutti.
RispondiEliminaè esattamente la stessa sensazione che ho avuto anche io, sono che sto più al fresco. Buon viaggio
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