Ieri la giornata inizia molto presto.Tra Potosi e La Quiaca, prima tappa Argentina del nostro viaggio, ci sono 270 chilometri di strada sterrata. Fango, a causa della pioggia battente di questi giorni. Le continue deviazioni, che rendono l’incedere ancora più difficile, e le miriadi di piccoli cantieri, unici segni della presenza umana da queste parti, ci suggeriscono che stiamo percorrendo una pista su cui breve nascerà una strada vera.
Fortunatamente dopo qualche ora la pioggia ci lascia in pace, e noi ne approfittiamo per fermarci nella pace di un letto di un fiume in secca. Ma mentre ci godiamo la vicinanza alla natura che la mancanza dell’asfalto ci regala, lei ci volta le spalle: il cielo si rabbuia e ricomincia a piovere. Gli ultimi chilometri di fango sono interminabili, la frontiera Bolivia-Argentina sembra non arrivare mai. Per fortuna nel pomeriggio le nuvole finalmente si aprono, lo sterrato si fa asciutto e ci troviamo in una piana che ci proietta in un paesaggio da bassa California: cactus, piccoli canyon rossastri e collinette con vegetazione bassa.
L’attraversamento della frontiera è in un altro piccolo calvario: centinaia di persone in coda al controllo passaporti e decine di auto al controllo doganale. Nonostante la stanchezza interpretiamo l’attesa come un buon segno, e decidiamo di condividere la fiducia che tutte queste persone sembrano riporre nell’Argentina.
Stamattina, a La Quiaca, c’è di nuovo la pioggia a darci la sveglia. Alcuni nostri contatti argentini ci consigliano di evitare la Ruta 40, almeno fino a S. Antonio de Los Cobres. Ci sono dei fiumi sull’orlo dello straripamento e potrebbe essere rischioso. Così decidiamo di prendere la Ruta 9, più nuova e sicura e soprattutto completamente asfaltata. La scelta si rivela azzeccata, anche dal punto di vista del paesaggio: attraversiamo degli incredibili canyon con pareti color ocra misto a rosso, alcuni li vediamo in lontananza, altri quasi sfiorano la strada. Delle cattedrali di pietra, come le battezza felicemente Ugo. Allontanandoci dal confine Boliviano si percepisce chiaramente la differenza tra l’Argentina e il resto del continente. La strada, le case, i volti, le auto: tutto sembra raccontarci di un paese profondamente diverso, molto più occidentale di Ecuador, Perù e Bolivia. Complice il paesaggio, la sensazione a volte è di percorrere una delle interminabili Route che attraversano il Nord America
La Ruta 9 finisce in corrispondenza di un salar, un lago salato disteso su una piana enorme che trasforma il piccolo raggio di sole che timido passa tra le nuvole in un vero lampo di luce. Le nuvole sembrano riflettersi nel lago, il lago nelle nuvole.
Lo costeggiamo per gli ultimi chilometri che ci portano a S. Antonio de Los Cobres, un “pueblito” di poche anime che appare all’orizzonte poco a poco, quasi come emergesse dalla terra, ormai bagnata da un sole caldo e piacevolissimo.
le foto e il video della giornata
Daniele Tagliavia